Venere-Lucifera-Stella Maris


All'imbrunire ecco comparire la prima stella della sera, la più luminosa, colei che annuncia la notte e il mattino, perché così come è la prima stella a comparire in cielo è anche l'ultima a scomparire all'arrivo del giorno, si tratta del pianeta Venere, che ha una storia molto antica, legata da sempre ai miti della Grande Madre. La Stella Maris, la Stella del Mare, che guida i naviganti durante il viaggio e che noi siamo abituate e abituati ad associare alla Vergine Maria, è Venere che diventa Lucifera “la portatrice di Luce”, “la stella del mattino” (appellativo condiviso da Afrodite, Iside, Juno, Diana ed Ecate), annunciatrice della venuta del Sole perché è visibile all’alba, e Vespero “la stella della sera”, perché è visibile poco dopo il tramonto ed è annunciatrice della venuta della Luna. Venere, pianeta-stella, veniva considerata da Pitagora come un secondo Sole, in virtù della sua magnifica radianza, non eguagliata da nessun altro pianeta. Prima di cominciare ad essere chiamata Venere, era conosciuta nella teogonia pre-esiodiana come suddivisa in due esseri divini, due fratelli: Eòsforo (o Fòsforo, Lucifero dei Latini), la mattina o figlia dell’aurora, e Hèspero, la stella vespertina o figlia del crepuscolo. Sono figli di Astreo ed Eos, il cielo stellato e l’aurora, e dello stesso Cèfalo ed Eos.
Anche Iside era associata al pianeta Venere e ad Afrodite e condividevano entrambe titoli e identità anche con Atargatis, Tanit, Astarte e Isthar/Inanna, il cui pianeta sacro era appunto Venere, che le conferisce l'appellativo di Signora della Luce (come “Lucifera” per Afrodite e Isis). Ishtar come stella della sera, simboleggia la Dea della fertilità e dell'amore, che attira l'uomo verso la donna e lo tiene unito con dolci legami. Come stella del mattino è la guerriera furente e vittoriosa, Regina incoronata, ma è anche annunciatrice del giorno con le sue fatiche e le sue lotte. Per questo Ishtar era ad un tempo casta e lasciva, benefica e feroce, pacifica e bellicosa, ricordando tuttavia che la guerriera era una caratteristica della Ishtar assira. Ishtar rappresentante dell'amore sensuale e insieme Dea della fecondità era anche identificata con Belit, la madre degli dei e degli uomini. L'amante principale di Ishtar, fu Tammuz che nella mitologia ellenica diventa Adone (compagno anche della fenicia Astarte, il cui culto si sovrappose completamente con quello di Venere Afrodite, prima a Cipro, poi a Erice, in Sicilia e da lì nel resto d’Italia, ne troviamo un esempio a Pyrgi, antico porto etrusco di Cerveteri), così come Ishtar diventa Afrodite e in quella frigia i due diventano Attis e Cibele. È probabile che la mitologia greca abbia preso spunto per il racconto sulla rivalità tra Afrodite (Dea Celeste) e Persefone (Dea Infera), per l'amore di Adone, dalla contesa fra Ishtar celeste e Ereshkigal regina dell'oltretomba, per Tammuz, di cui la seconda si era impadronita per mezzo della morte, chiara allusione al mito della discesa di Ishtar all'inferno. Il culto di Afrodite condivide con Ishtar anche la pratica della ierodulia e la sacralizzazione della colomba, simbolo dell’Aurora, in linea con l’aspetto fecondativo e vittorioso della Stella del Mattino, oltre che di amore e purezza.
Tornando a Stella Maris, ricordiamoci che il Mare è una Grande Madre Primigenia, il Grembo fertile della Terra, è Salacia, Teti, Thalassa, la Madre primordiale del Mare, che prima di essere smembrata in tante figure marine distinte era Una, così come avvenuto per la Madre Terra. Una rappresentazione simbolica e concreta di questo processo possiamo trovarla nell’evoluzione del nostro pianeta e nello spostamento delle placche tettoniche, infatti all’inizio vi era un’unica Grande Terra, la Pan-Gea, che poi si divise in più continenti, e un unico Grande Mare, Pan-Thalassa/Tetide, che successivamente si divise in più oceani e mari. Allo stesso modo la Grande Madre Una, differenziò se stessa nel corso del tempo, assumendo molte forme e nomi, ma che come delle cellule, hanno una loro indipendenza, ma conservano nel loro nucleo il DNA di tutta la Creazione, il DNA della Madre Primigenia. Questo processo è evidente nella riproduzione della vita, in ogni creatura vivente e spirituale.
Ma venendo in terra italica, anche Diana è Lucifera, la portatrice di Luce, Dia, la Splendente, Venere, la Stella del Mattino, annunciatrice dell’Alba, che ancora oggi nella tradizione popolare viene detta Stella Diana, e che trova la sua collocazione simbolica nella religione cristiana, sul manto della Vergine. 
Stella Diana, Venere, è anche la Mater Matuta, la Madre del Mattino o dell’Aurora, dispensatrice di rugiada, che come Leucotea è anche Dea delle acque marine, la Stella del Mare (divenuto poi appellativo della Vergine Maria come Regina del Cielo), chiamata anche Stella di Iside, o Junonisstella, la stella di Juno che non tramonta mai. Sempre nella cultura popolare è di uso comune l’espressione “battere la Diana”, gesto che consiste nel battere il tamburo a cornice, cioè la tammorra, la cui forma ricorda la luna piena, fino alla ricomparsa della luce dell’alba. Quindi, battere la Diana significa chiamare con il tamburo la luce, l’alba del nuovo giorno. Il battere la Diana, è un rituale che si eseguiva anche quando dai cieli incitavano e favorivano l’amore, Ishtar, Siria, Iside, Anahita, Cibele, Artemide, Astarte, Persefone, Afrodite, Venere, Giunone, Savitar e la Sophia degli Gnostici.
Come abbiamo visto l’appellativo “Stella Maris” si riferisce al pianeta Venere, da sempre considerata la “stella” più luminosa, la luce della Grande Dea. Il pianeta divenne per i Latini espressione manifesta di Venere o Afrodite Anadiomene, la Dea nata dalla spuma, la “Madre Divina”, alcune volte rappresentata come sirena, donna pesce-uccello, identica all’Atargatis siriaca, all’Astarte fenicia, Astarot ebrea, all’Iside egiziana, all’Ishtar assiro-babilonese e all’Inanna sumera. Altra Dea che condivide l’appellativo “Stella Maris”, e non solo, con queste Dee è l’afro-brasiliana Yemanja, la Regina del mare, potente Signora degli Orixas, Grembo della Creazione, madre, sorella, figlia e sposa, sintesi dell’acqua e delle sue creature, custode del liquido amniotico e dei fluidi corporei, sincretizzata con la Madonna del Rosario nella Santeria. Tutte queste figure sono anche legate alla Luna, soprattutto nella sua fase crescente, al mare, al Drago/serpente, alle perle, alle rose, alla creazione e per l’appunto al pianeta Venere, attributi che passeranno poi all’iconografia di Maria coronata di stelle, con i piedi posati sulla falce di luna tra i flutti, colei che calpesta il malvagio Drago, che è lo stesso Lucifero, il portatore di luce, l’antico pianeta Venere, che lei porta anche sulla fronte e che i marinai seguono, come simbolo della sua luce salvifica che indica la rotta, un chiaro controsenso dovuto alla confusione avvenuta durante il processo di assimilazione-demonizzazione. Pare che l’appellativo venne applicato alla Vergine Maria nella traduzione latina che San Girolamo fece dell'Onomasticon di Eusebio di Cesarea, dovuto ad un errore di trascrizione. Il nome ebraico Miryam, che significa “goccia del mare”, fu tradotto da San Girolamo in “Stilla Maris”, ma in una fase successiva un copista lo trascrisse come “Stella Maris” e questo errore di trascrizione è divenuto di uso comune e ampiamente accettato, anche perché nulla toglie al ruolo di Maria come guida e salvatrice, la Stella Polare dei cristiani. Se i marinai fenici usavano fissare nella prua delle loro navi l’immagine della Dea Astarte (o Afrodite Venere Ericina) e osservavano una stella vespertina e della mattina come stella guida, “l’occhio della loro Dea Madre”, lo stesso hanno fatto i veleggiatori della Chiesa Cattolica Romana dal 300 d.C. con la Madonna, chiamata “Vergine del Mare”, “Stella del Mare” che sorge nella luna crescente, “Regina del Cielo” e “Stella del Mattino”, esattamente come le Dee che l’hanno preceduta.

-Alma Nimue-

"Tu sei la Madre dell'intero Universo,
Tu sei Natura,
Tu sei la summa dei Poteri divini esistenti da prima del Tempo,
Tu sei la Regina delle Anime,
Tu sei Vita e Luce,
Tu sei Eterna,
Tu sei Immortale,
Ti chiamano Venere o Iside
Possono vederti in ogni mondo
Tu sei la Dea con diecimila nomi
Per me tu sei l'Unica e sola"

-The Gift-

"Io sono la genitrice dell’universo, la sovrana di tutti gli elementi, l’origine prima dei secoli, la regina delle ombre, la prima dei celesti; io riassumo nel mio volto l’aspetto di tutte le divinità maschili e femminili: sono io che governo col cenno del capo le vette luminose della volta celeste, i salutiferi venti del mare, i desolati silenzi dell’Averno. Indivisibile è la mia divina essenza, ma nel mondo io son venerata ovunque sotto molteplici forme, con riti diversi, sotto differenti nomi. Perciò i Frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano madre degli dèi, adorata in Pessinunte; gli Attici autoctoni, Minerva Cecropia; i Ciprioti bagnati dal mare, Venere di Pafo; i Cretesi abili arcieri, Diana Dictinna; i Siciliani trilingui, Proserpina Stigia; gli abitanti dell’antica Eleusi, Cerere Attea; alcuni, Giunone; altri, Bellona; gli uni, Ecate; gli altri Rammusia. Ma le due stirpi degli Etiopi, gli uni illuminati dai raggi nascenti del sole all’alba, gli altri da quelli morenti al tramonto, e gli Egiziani cui l’antico sapere conferisce potenza, mi onorano con riti che appartengono a me sola, e mi chiamano, col mio vero nome, Iside Regina. […]”

- Lucio Apuleio, “Le metamorfosi o l’Asino d’oro”, Libro XI, paragrafo 5 -

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