Maatreís è il termine osco con cui si identifica genericamente la Grande Madre, Una e Multiforme, Dea immanente e trascendente, la cui Essenza è ovunque intorno a noi e dentro di noi, allo stesso tempo Creatrice e Creazione, Culla e Tomba, la Rigeneratrice, il movimento spiraleggiante dell’esistenza, la Tessitrice del Cosmo. Lei è come un diamante scintillante, le cui facce sono i volti delle Dee e degli Dei che comunicano con gli esseri umani da sempre, poiché Lei è al di là dei dualismi, contiene in sé Tutto ciò che è, nel suo Grembo si uniscono, si mescolano e danzano tutti gli opposti dando vita alla realtà visibile e invisibile. Maatreís ha i volti delle Dee del Safinim. Lei è Futír, la Figlia dell’Alba; Herentas, l’Amante del desiderio; Matír Amma, la Madre fertile e Casnar, la Vecchia Saggia. I suoi volti sono quelli delle Dee il cui eco ancora si può udire nelle nostre valli, tra i monti, le sorgenti, i boschi e il mare. Lei è Vesuna, Signora del Fuoco; Perna, Madre della Montagna; Bellona, impetuosa, selvaggia e bellissima; Angitia, Signora della guarigione e dei serpenti; Fluusa, la Fanciulla Fiorita, Regina di Maggio; Diana Tifatina, Signora delle sorgenti, degli animali e del bosco sacro; Kerres, Madre delle Messi e datrice di abbondanza e nutrimento; Marìca, Signora delle acque; Minerva, Signora della saggezza e della strategia; Mater Matuta/Maatuis, Madre del Mattino; Vitula, Signora della gioia e delle genti italiche; Mefitis, custode del passaggio, datrice di fertilità e guarigione; Mana, Regina degli Inferi e degli Spiriti; Juno/Uni Regina del Cielo; Jana; Signora della Luna e della magia; Vacuna, Dea del silenzio, del riposo e custode dei Misteri. Ma Maatreís è anche nelle Dee straniere che tanto furono amate nella nostra terra, possiamo vederla anche nei volti di Iside, Signora di Benevento; in Cibele, Magna Mater, Regina della Montagna e in Ecate, Signora della magia e delle streghe, guida delle anime.
“Ma” presumibilmente era il nome arcaico della Dea della Terra presso gli Opici (appartenenti al ceppo protolatino, secondo alcuni da identificarsi con gli Ausoni, da non confondere con gli Aurunci, abitanti del basso Lazio), suono che, per gli antichi italici, indicava il passaggio tra le tenebre e la luce del mattino, la candida alba (MAttino/MAtuta/MAatuis), per questo custode del passaggio e annunciatrice della nascita del Sole. MA va ad indicare la Dea Madre che è la Terra e la Fonte primigenia della Creazione, il ventre della Vita che provvede a ciò di cui abbiamo bisogno. Il suo suolo ci nutre e ci dà stabilità, le sue rocce creano le nostre ossa, le sue erbe ci curano, i suoi alberi ci danno ossigeno, i suoi minerali sono nel nostro sangue. Lei è Signora dell’abbondanza, ma anche Signora Oscura, è generosa e allo stesso tempo terribile. E’ una Madre severa, ma giusta. Lei è anche la Signora delle erbe, la Maestra che insegna, è portatrice del sacro Soffio attraverso cui ci ispira. “MA” è uno dei suoni più arcaici utilizzati per identificare la Dea della Terra presso tutti i popoli antichi, e non a caso è alla base di termini come Mamma, Madre, Mater, Materia, Maternità, Matrice e un’infinità di nomi legati alla Dea, come Maia, Mae, Amma, la Pachamama andina, la Matuta etrusca, la Mari, basca, la Marìca ausone, la Mahadevi indiana, la Maat egizia, la Mama Killa, Dea della Luna inca fino ad arrivare a Maria e Maddalena. Tutte le lingue del mondo hanno un suono affine per identificare il potere materno. MA è anche l’antica Mater Tellus dei latini e la Gea/Gaia degli ellenici. La terra era considerata ambivalente, ventre fertile e gravido che dona la vita e culla che accoglie le anime dei morti, per questo motivo la divinità terrestre ha potere anche sul mondo delle ombre. Poiché si credeva che i sogni, spesso sentiti come rivelazione del futuro provenissero dal mondo infero, Madre Terra acquisì una funzione oracolare. Un metodo di divinazione era infatti l'incubazione, colui/colei che desiderava un responso dormiva in un luogo sacro, con l'orecchio a contatto col suolo. Tornando ora al nome MA, la lettera M è da sempre considerata sacra, manifestazione del femminile fertile che accoglie e dona, graficamente infatti rappresenta una donna seduta a gambe aperte, pronta all’atto sessuale o al parto. Questo è il potere della donna, che accoglie l’anima al suo stato ancestrale per tornare a farsi carne. La sua forza sta nell’accentuare il principio fertilizzante maschile, nell’accoglienza del principio di vita che prende spazio nel suo ventre. Ma la M è anche la Morte, l’altra faccia della Vita, la condizione essenziale per il passaggio e il cambio di stato. La M è una lettera che ha origini fenice e suono “men” che significava “acqua”, la sua forma infatti ricorderebbe il movimento delle onde e non a caso la M è anche nella parola Mestro, Menarca, Menopausa, Mente. Uno dei nomi romani della Dea era proprio Mena, o Mene, Dea lunare della fertilità e delle mestruazioni, ma non dimentichiamo neanche la greca Meti, o Metide, Dea della saggezza e madre di Athena, la stessa Menerva etrusca, o l’osca Mefite, antichissima Dea delle acque lacustri, fluviali, delle sorgenti solforose e salutifere, Dea del passaggio e dell’ebrezza estatica. M è dunque la lettera della manifestazione, del mutamento e della fluidità. Essa è affine alla lettera N, non a caso un altro dei nomi più antichi della Dea, anch’esso presente presso tantissimi popoli, è “Ana”, dove la M viene sostituita dalla N. Anche in questo caso, graficamente ricorda una donna partoriente vista lateralmente, con le gambe accovacciate e le braccia sulle ginocchia. La N ha sempre origine fenicia, con significato però di serpente, il che spiega il legame di molte Dee, tra cui la sannita Angizia o Anaceta e la latina Bona Dea, con il serpente e la guarigione, o con il potere tellurico e mistico della profezia. La A invece per tradizione, rappresenta l’origine di ogni cosa, nell’alfabeto fenicio era legata al bove, quindi simbolo anche di nutrimento e graficamente ci ricorda il collegamento della terra con il cielo, è un suono che libera e innalza. Per questi motivi i suoni MA, AM, AN, NA, AMMA, ANA sono ottimi mantra curativi, che collegano i chakra bassi con quelli alti. Il suono della M ricorda anche il ronzio delle api, il suono della Creazione, la vibrazione che guarisce e vivifica, da sempre queste creature sono state considerate sacre messaggere della Dea. Recitare questi mantra ci aiuta a ritrovare equilibrio, a connetterci con la Madre Divina e ad aprire la nostra visione, pur mantenendoci ben radicati/e e sicuri/e.
"Maatreìs, Grande Madre, Signora dell'Alba, Dea Bianca, protettrice delle nascite, Custode della Porta della Vita e della morte.Tu che sei l'Origine di tutto ciò che esiste, il Grembo della Creazione, l'ispiratrice di creatività, la Matrona della fertilità, regolatrice dei flussi e delle maree terrestri, celesti, temporali ed emotive, argentea come la Luna, splendente come il Sole.
Regina Cosmica e Terrestre, irradia la tua Essenza, canta il tuo richiamo.
Candida colomba, Signora del rosso melograno, Stella scintillante, da Te veniamo e a Te torniamo.
Madre del Mattino e di tutto ciò che è succoso, vitale, nutriente e maturo, Nutrice, Levatrice, Guaritrice, Falciatrice, dispensatrice di rugiada, noi ti chiamiamo con i nomi che furono tuoi: Dia, Ma, Uni, Ania, Maia, Mara, Mata, Mana, Futìr, Herentas, Amma, Casnar, Mater Matuta, Kerres, Jana, Mefitis, Diana, Venere-Afrodite, Fluusa, Perna, Vacuna, Vikturra, Vesuna, Angitia, Vitula, Cibele, Marìca, Bellona.
Il tuo potere è immenso, la tua gloria mai cessata, il tuo volto velato solo dal manto celeste della Vergine Maria, Madonna Mistica che custodisce ancora i tuoi Misteri.
Le nostre anime si aprono a te e alle tue benedizioni."
- Alma Nimue -
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