"Veils - The star Goddess" Art by Daniel Watts
Potete visionare le sue meravigliose opere sul sito visionarysea.com
"Lei desidera che non siamo mai meno di tutto ciò che possiamo essere veramente.
La Dea oscura ci dona forza amandoci ferocemente, il Signore della Soglia ci ricorda la forza della volontà per restare fedeli alla nostra missione d’integrità." (Taran)
Mi lascio ispirare da queste splendide parole scritte da Taran (potete leggere l'articolo intero qui Samhain: la Discesa, lo Scorpione e la Madre Oscura) per parlare finalmente di un tema che volevo affrontare già l'anno scorso: la morte. E lo farò raccontandovi la mia esperienza e parte del mio percorso di vita. Lascerò fluire le parole liberamente, sarà quindi un post molto lungo, intimo e autobiografico, vi porterò nel mio vissuto, per cui grazie fin da ora a chi vorrà leggere fino alla fine, spendendo il suo tempo per conoscermi meglio.
Sono qui, in un punto imprecisato del calderone da cui inizio ad intravedere una tenue luminosità, sono circondata dalle mie lacrime, da frammenti di specchi e da pezzi di me... So che è giunto il tempo di fare un bilancio e sento la necessità di scrivere, di esternare le mie riflessioni e lasciarne traccia, per me stessa in primis, ma forse anche per chi avrà la voglia di leggere.
Questi due anni (2020-2021) resteranno impressi dentro di me come anni cardine, di profonda trasformazione interiore, due anni che hanno accelerato, con un decisivo colpo di coda, un processo cominciato nel 2016. Sono stati anni densi, ho avuto spesso la sensazione che il tempo fosse dilatato e contemporaneamente contratto, se ci penso ora in effetti è stato come un lungo travaglio, e ora sono pronta a partorire me stessa nuovamente.
Permetto alla mia memoria di andare indietro, ho bisogno di rivedere i momenti più importanti, quelli catartici e significativi, gli interruttori del processo, ed ecco che subito arriva Brigit...
La Dea dagli occhi di smeraldo è stata al mio fianco fin dall'inizio, l'ho sempre percepita come LA Dea, la Madre della mia Anima, quindi era per me naturale votarmi a Lei, ma Brigit aveva altri piani, non voleva mi fermassi lì e l'ho scoperto solo dopo, camminando...
Nel momento in cui iniziai a sentire dentro l'impulso di aprirmi ed espandermi, appena avvertii il desiderio di rispondere con impellenza al canto della Sacerdotessa, cosciente di avere tanto da imparare, ecco che comparve Valerie come una benedizione e un segno... Non avevo idea allora che approfondire il mio legame con la luminosa Brigit mi avrebbe condotta sulle Vie della Dea Oscura.
Appena iniziai il Training trovai in Valerie una complice e cominciai a percepire da subito un profondo richiamo verso le mie radici italiche, legame mai esplorato prima, e un nuovo nome iniziò ad affacciarsi in superficie “Mefitis”.
Qualche mese dopo, proprio per un workshop di Marion Brigantia su Brigit, misi per la prima volta piede, con immensa gioia ed entusiasmo, nel Tempio della Grande Dea di Roma, aperto da poco dalla coraggiosa e ispirata Maya e lì trovai una famiglia e una casa per il mio spirito, si aprirono le porte di un mondo che avevo solo annusato.
Per completare la mia formazione mi iscrissi al percorso triennale proposto da Maya “Sacerdotessa del Mare, Sacerdotessa di Afrodite e della Sessualità Sacra”, portando con me un mare di resistenze, di paure e di confusione... Non capivo più dove stavo andando e qual era la mia strada, non sapevo bene perché lo stessi facendo, non avevo mai lavorato con Afrodite e non avevo idea di come avrei fatto a pagare, ma mi buttai e da lì è iniziata la discesa. Ricordo benissimo il primo weekend del training, quello della Crona, fu davvero intenso e potente, smosse tante cose, quando tornai a casa, durante la notte vidi per la prima volta il volto sorridente e ammiccante di Mefite e me ne innamorai subito, desiderai conoscerla, ma la cosa mi mandò in crisi e confusione, avevo appena iniziato un percorso su Afrodite e mi compariva Lei in sogno?! Perché? Cosa voleva dirmi? Che senso aveva?... Mi ci sono voluti anni per comprendere quanto il lavoro con Afrodite fosse un ponte essenziale e indispensabile per accedere alla Madre Oscura, la Signora della Soglia, e al Mistero della Morte, oltre che un modo per comprendere meglio anche Brigit e me stessa.
La morte... già, il tema principale di questi anni, o forse di tutta la mia vita, a partire dalle esperienze vissute e dal mio nome e cognome: Antonella (Colei che precede, o che combatte/che affronta) Della Morte; e persino il nome che ho sentito risuonare durante la Prima Onda, e con il quale mi sono dedicata, sembra avere un suo perché: “Alma” in latino significa “Colei che nutre/Nutrice” uno degli appellativi della Dea Madre, ma in spagnolo, in portoghese e anche in italiano aulico significa “Anima”, interessante anche la scoperta che in ungherese significa “mela”.
Il mio primo contatto con la morte fu all'età di 7-8 anni credo, quando venne a mancare mia nonna materna, ricordo che provai un gran dolore, che smosse dentro di me anche un profondo senso di colpa, perché l'ultima volta che l'avevo vista ero stata molto brusca con lei e non avevo compreso che il tempo a disposizione stava giungendo al termine, ma ero piccola e all'epoca non mi fu concesso di vederla e partecipare al suo funerale.
Fu poi la volta di mio nonno materno, che amavo tantissimo, ci misi anni per smettere di piangere ogni volta che mi tornava in mente o che sentivo parlare di lui. Andò via quando avevo 14-15 anni, durante il mio primo anno di superiori, nel giro di pochi mesi, per un cancro al fegato. Ricordo ancora quella notte, ero a casa con mio fratello e i miei erano da lui. Quella notte lo sognai, ero a casa sua e lui dopo essere entrato nella stanza prese la valigia, il cappello e il cappotto ed uscì, allontanandosi lungo la strada, senza voltarsi. Poco dopo ricevetti la telefonata in cui mi avvisavano della sua morte e lì capii il sogno, era venuto a salutarmi prima di andar via, scoppiai in lacrime. Quando nel pomeriggio ci vennero a prendere per portarci da lui, appena misi piede in quella casa gremita di gente in lutto e lo intravidi disteso sul suo letto, non ebbi il coraggio di andare a salutarlo e scappai da mia zia. Piansi per un po', poi improvvisamente mi rasserenai e questa volta al funerale c'ero anche io e fu bello vedere quanto fosse amato. Purtroppo anche per mio nonno provai senso di colpa, perché invece di andare a salutarlo avevo preferito uscire con la mia amica, mi sentii sciocca e superficiale e pensai di aver perso un'occasione preziosa. Ma la verità è che non ero pronta ed ero molto giovane, così presa dalla vita da non vedere la morte, neanche per gli altri.
L'anno dopo successe un evento molto grave e sconvolgente per una comunità così piccola e tranquilla come quella in cui vivo, un omicidio, per la precisione l'assassinio del mio vicino di casa ad opera del figlio e fui io a trovare il corpo, maciullato da innumerevoli colpi di accetta. Apparentemente sembrava che la cosa non mi avesse quasi colpito, ma ora so che l'effetto di quell'evento fu più potente di ciò che immaginavo. Se ci penso è da quel momento che ho iniziato a perdere la fede e a pormi mille domande, cercando altrove le risposte di cui avevo bisogno. Da lì è iniziato il viaggio che mi ha condotta poi sul Sentiero della Dea. Da quel momento andò a rotoli anche tutto il resto, ma questa è un'altra storia...
È però in questi ultimi 5 anni che la morte e la malattia sono entrate prepotentemente nella mia vita.
Alla fine del 2016, poco dopo l'inizio dal training a Roma, ebbi il mio primo contatto diretto con la Nera Signora. Morì mio zio, il fratello di mia nonna materna, vedova da prima che io nascessi, con la quale viveva da diversi anni e che per noi era quasi un nonno. Papà si era preso cura di lui fino alla fine e quella notte stava dormendo nel letto al suo fianco quando esalò l'ultimo respiro. Mio padre è stato un grande esempio per me grazie al suo modo così amorevole, sereno e naturale di affrontare la morte e il lutto, nonostante la sofferenza per la perdita e la frustrazione data dall'impotenza di fronte all'inevitabile. Ricordo che quel giorno capii l'importanza del rito per chi va via e per chi resta e quanto fosse utile il ruolo dello staff delle onoranze funebri per sollevare i familiari del defunto dalle incombenze tecniche e legali, ma anche per svolgere quel ruolo di preparazione del corpo e del feretro che fino a non molto tempo fa era compito delle donne della famiglia. Ricordo chiaramente di aver pensato a quando fosse bello ri-sacralizzare quel ruolo e ri-attualizzare alcuni rituali tradizionali legati alla morte che si stanno quasi completamente perdendo.
Nel periodo natalizio avvenne un'altra tragedia, all'improvviso, senza sapere come o perché, mia cugina, nata con la spina bifida, si ammalò. Furono mesi tremendi, sballottati da un ospedale all'altro, da uno specialista all'altro. Ci volle del tempo prima di capire che si trattava di una malattia autoimmune molto rara, la dermatopolimiosite, che colpisce pelle e muscoli, provocando dolori fortissimi, perdita muscolare e rischio di morte se non viene trattata adeguatamente perché colpisce anche cuore, polmoni ed esofago. Da lì iniziò un calvario che dura ancora adesso purtroppo. Ma quell'anno, non lavorando, ebbi modo di starle accanto e aiutare come potevo, fu per me la prima occasione di vivere l'ospedale e di vedere gli effetti di una malattia debilitante sul corpo, nel suo caso così giovane. Fu pesante e difficile, fare le notti in ospedale, vederla soffrire così tanto, anche al tocco leggero, vederla prosciugarsi, senza più la forza neanche di alzare la testa, senza riuscire a mangiare, a sentire i sapori e faticando anche a respirare. Era diventata così esile e contemporaneamente così gonfia e livida. Abbiamo avuto paura di perderla più di una volta e lei più di una volta si è trovata su quella soglia, ma per fortuna ha sempre avuto una tempra d'acciaio e un grande attaccamento alla vita, anche se alla lunga diventa sfiancante emotivamente e non si può non iniziare a vacillare.
A Febbraio ci fu la mia dedicazione come Sorella di Brigit e ricordo ancora quella bellissima chiacchierata con Sara, sulle Dee Oscure e Mefite, mentre eravamo in macchina verso casa di Valerie... Fu una cerimonia bellissima, intensa e potente, che porto ancora nel cuore, ma che segnò per me l'inizio di una discesa dolorosissima in un labirinto intimo e personale, da cui solo ora sono uscita, ma di cui non parlerò qui.
L'anno successivo a tutto questo si aggiunse nonna, le cui condizioni di salute necessitavano di assistenza ed essendo ormai sola decidemmo di portarla a casa. Anche in questo caso mi ritrovai ad occuparmene io quando mio padre era a lavoro e devo ammettere che non fu piacevole, non avevo mai avuto un buon rapporto con nonna e non mi piaceva molto passare del tempo con lei, quindi trovarmi a dovermene prendere cura era pesante, avevo iniziato a sentirmi sopraffare e soffocare da tutto questo, sentivo che mi stavo perdendo e annullando, che mi stavo dando troppo senza occuparmi di me, mi sentivo anche data per scontata, come se non avesse importanza ciò che volevo, nessuno mi aveva chiesto nulla, mi ero semplicemente trovata a farlo, perché ero l'unica a stare in casa. Questa è stata una grandissima lezione sulla necessità di equilibrio e sulla capacità di esprimere la propria volontà, di chiedere aiuto e pretendere, anche in queste circostanze, del tempo per sé stesse/i. Ma l'ho capito dopo, perché avevo troppa paura di dire di NO, di deludere le aspettative, di sentirmi una persona cattiva ed egoista, di sentirmi in colpa e così via... Ho scoperto solo ora che se avessi chiesto non sarebbe successo assolutamente nulla, semplicemente avrei ottenuto più aiuto...
Nonostante tutto continuai a seguire il training, intensificando come meglio potevo la mia presenza al Tempio di Roma per cercare di aiutare Maya che era incinta del suo meraviglioso bimbo. Contemporaneamente assistetti al dolore soffocato e lacerante di una carissima amica a causa di un lutto perinatale e vidi sprofondare nelle più buie profondità dell'anima un'altra amica e Sorella di Onda. Anche in questo era nascosta una grande lezione, solo quando ci abbandoniamo completamente alla morte, quando ci lasciamo smembrare e lacerare dal dolore... solo allora, possiamo ricomporci, possiamo rinascere, riemergere dagli abissi ed espanderci, è l'iniziazione della Soglia. Per fortuna quell'anno portò anche degli eventi importanti e bellissimi: il meraviglioso matrimonio di Cindy e Anthony, il parto di Maya (non senza turbolenze) e la nascita di Taliesin, la notizia della gravidanza di Faith, dopo un periodo di forte dolore e trasformazione anche per lei, la fondazione del Kaíla Maatreís - Il Tempio della Madre del Safinim, il 13 agosto 2018, e l'accensione della Fiamma di Maatreís, il 30 settembre 2018. Durante l'anno continuai ad approfondire la figura di Mefite, ormai sempre più presente e fui sorpresa quando venni a conoscenza di un movimento di riscoperta di questa Dea e di rivalutazione del territorio della Valle d'Ansanto, anche da un punto di vista artistico, e così conobbi l'impegno e il lavoro della cara Franca Molinaro e di Raffaele Bertolini.
L'anno si chiuse con la cerimonia di dedicazione come Sacerdotessa del Mare, durante la quale ebbi una grande epifania, in un istante mi sembrò di comprendere, di cogliere una visione fugace dell'immagine sulla tela della Dea. Ero lì, al centro, tra l'Amante e la Crona, le due porte dell'Iniziazione ai Misteri della Vita e della Morte e capii quanto fossero profondamente connesse tra loro, per accedere ad una bisogna necessariamente passare per l'altra e viceversa.
La terza Onda del Training sacerdotale, verso la quale nei mesi precedenti avevo provato una resistenza incredibile, finanche all'idea di mollare, temendo di guardare in quello specchio e affrontare le tematiche previste e il lavoro sul corpo, iniziò invece con un entusiasmo e una decisione incredibile e di fatto credo sia stato l'anno più bello da quel punto di vista.
In primavera la salute di nonna degenerò rapidamente e lì mi fu data l’occasione di sanare il mio rapporto con lei. La vecchiaia e la malattia trasformano, lei così fragile, bisognosa e sofferente, con la memoria gocciolante per via della senilità, era tornata bambina, aveva bisogno di essere imboccata, lavata, cambiata e spostata, perché ormai era rigidissima e non aveva più la forza neanche di mantenersi seduta. Mi fa sorridere e commuovere ricordare quei momenti in cui iniziava a fare battute, a dire cose irriverenti, che mai si sarebbe concessa in passato, o a fare i dispetti, giocando anche con il cibo, ridendo con quella espressione malandrina tipica dei bambini, o quando la sera le toglievo la dentiera e lei mi guardava con quegli occhi lucidi, ma già adombrati da un velo, e mi diceva “Grazie per quello che stai facendo, è importante per me, Dio ti benedica. Ti voglio bene” e poi si faceva abbracciare e baciare. Mai nella mia vita avevo visto nonna esprimere affetto in quel modo e allora ho capito, ho compreso quanto fosse stata dura la sua vita, quanto aveva sacrificato di sé e della sua felicità per gli altri, per tenere insieme la famiglia, per conservare le apparenze e il buon nome della famiglia, per costruire, per essere forte, per essere una buona cristiana, per essere figlia del suo tempo e delle convenzioni sociali, ho capito anche il perché del legame quasi asfissiante con mio padre. In quel momento ho pianto per lei e ho provato compassione e tenerezza, allora ho perdonato tutto e ho perdonato anche per la sofferenza vissuta da mia madre e che inevitabilmente ho assorbito anche io.
A giugno era ormai chiaro che mancava poco, aveva smesso di reagire, le piaghe erano ormai irrecuperabili, guardava nel vuoto senza rispondere, si rifiutava di mangiare e bere e alla fine si abbandonò alla morte il 29 giugno, con papà accanto. La lavai per l’ultima volta e aiutai nel vestirla e accesi delle candele per illuminarle la via, fu il mio ultimo gesto d’amore per lei. Le mettemmo nella bara un piatto capovolto dietro la testa, come da tradizione, e una sciarpa realizzata per lei dal mio caro Freddie che era riuscito a conoscerla giusto qualche giorno prima. In quella settimana io ero fortemente preoccupata e angosciata perché avevamo in programma un grande evento per il Solstizio d’Estate, della durata di tre giorni, e temevo di non essere presente nel momento del trapasso, invece lei ha aspettato e l’evento è stato stupendo.
A settembre si aprirono le porte della mia libreria, dopo 10 anni di tira e molla, ma nessuno immaginava quello che sarebbe successo da lì a pochi mesi con la pandemia. Dopo una meravigliosa e partecipata cerimonia di Samhain il mio 2019 si concluse con una tranvata in piena faccia, talmente forte che la scossa mi mandò nel caos totale. Questo scossone mi portò a rimettere in discussione tutto e mi costrinse a guardare in faccia la natura reale di un rapporto per me estremamente importante, cercando di sollevare tutti i veli dell’illusione che mi ero creata. Sentivo forte il desiderio di andare all’essenza e di staccare con tutto e tutti. Il 2020 con la sua pandemia mi ha aiutato in questo, è stato un anno di forti cambiamenti, di riflessione e di stravolgimenti inaspettati, perdite e lutto (per la morte di alcuni parenti e amici, in modo assolutamente repentino e inaspettato a causa del covid, ma anche per la perdita di molti dei miei gatti), dolore, paura, incertezza, reclusione, ma anche tante cose belle, nuove opportunità per reinventarsi e per sperimentare nuovi strumenti e mezzi, tempo a disposizione per fermarsi ad ascoltare quella parte di noi più autentica che viene sempre zittita. Il 2020 e questa pandemia sono stati l’occasione per una rinascita e una piena presa di consapevolezza. Il 1 febbraio ebbe inizio la prima Spirale del percorso “La Via delle Melisse di Brigit-Belisama” che avevo sentito impellente il bisogno di far nascere e la strada è stata aperta da tre meravigliose donne e Sorelle che si sono affidate a me per questo cammino tra le braccia di Brigit. Durante l’anno sono emerse, come un fiume in piena, tutte le mie paure e tutte le mie ombre, una dietro l’altra, ho guardato senza sosta nello specchio nero della Dea, iniziando un lavoro di accettazione davvero difficile, che è ancora in atto. Ad agosto una nuova crisi, decisamente diversa da quella precedente, più forte, concreta, lucida e determinata, che mi ha portata a mettere tutto in pausa, a concentrarmi solo su me stessa e a tentare di abbattere alcune mie monolitiche credenze illusorie, sabotanti e limitanti. È stato il mese in cui ho scelto di dedicarmi a Mefite come sua Sacerdotessa, avvolta dal Suo respiro nella Valle d’Ansanto. sabato 15 agosto 2020.
Il 2020 si è chiuso per me con una intima e sentita cerimonia di rilascio e il 2021 è stato davvero un anno di rinascita e riassetto della mia vita, è stato l'anno in cui ho messo al centro me stessa e mi sono riscoperta. Ora mi sento più forte e stabile, ho ritrovato il mio equilibrio e una nuova determinazione.
La crisi è sempre una piccola morte e la morte è sempre un’opportunità di trasformazione.
Rivedendo tutto questo mi rendo conto di quanto la Dea Oscura mi sia stata accanto e mi abbia guidata nella mia vita. Mentre scrivo mi torna in mente anche un sogno fatto quando avevo circa 20 anni, nel periodo in cui avevo deciso, senza più alcun indugio o timore, di proseguire sul sentiero neopagano. Fu la prima volta che sognai la Dea e mi apparve come Crona, non starò qui a raccontare il sogno, ma in una notte illuminata dalla Luna comparve una gatta nera che si trasformò in una vecchia vestita di nero che mi disse alcune cose. Al risveglio ero convinta per qualche motivo che si trattasse di Diana, nonostante non avessi avuto nessun approccio con Lei e ancora oggi custodisco il ricordo di quell'incontro onirico come un dono prezioso.
Da tutto questo ho imparato a riconoscere la compassione e la bellezza che si nasconde nella morte, ad accettarla e viverla con più serenità, anche se ciò non protegge dal dolore. In questi due anni di pandemia, abbiamo visto morire tante persone da sole, in casa o in ospedale, in condizioni davvero tristi, tantissime persone non hanno avuto modo di salutare i propri cari, di celebrare per loro funerali, di occuparsi di loro, di accompagnarli mentre si spegnevano, di stare loro accanto mentre erano in ospedale nella paura e nell'incertezza di ciò che stava accadendo, non hanno potuto essere con loro quando hanno realizzato che non sarebbero più usciti da quegli ospedali e non hanno quindi potuto elaborare il lutto. Sono stati anni davvero dolorosi e difficili dove abbiamo potuto renderci conto di quanto sia importante e delicato questo tema. La vita terrestre è così fragile e credo sia fondamentale prendere consapevolezza di questo dato di fatto e tornare a parlarne con naturalezza. L'unica cosa certa della nostra esistenza è che dovremo attraversare un giorno quel Cancello, per cui tanto vale abituarsi all'idea e farci pace, perché potrebbe accadere in qualsiasi momento. Ricordiamoci cha morte e nascita, sono solo una Soglia da attraversare per raggiungere un nuovo stato vitale dell’essere e credo che sia proprio la consapevolezza della fine e della morte a dare senso alla vita e alle relazioni, è ciò che rende prezioso ogni attimo, anche per questo è così necessario recuperare una sua dimensione sana e sacra. Di fronte al Mistero della Morte non possiamo che inchinarci, ci riscopriamo tutti fratelli e sorelle, accomunati dallo stesso destino. Di fronte a lei tutto si ridimensiona e cadono le barriere e le impalcature quotidiane, che con fatica cerchiamo di costruire, la morte spoglia e riporta all'essenziale.
Il rapporto con la Dea Oscura non è per niente facile e non è per tutte/i, Lei ci mette costantemente alla prova, ci spoglia pian piano, tiene per noi lo specchio della verità, di fronte al quale non possiamo fuggire a lungo, perché è impossibile negare per sempre ciò che ci viene mostrato e che non va nella nostra vita. Scegliere di lavorare con Lei significa affrontare le nostre ombre e tutte le emozioni ritenute scomode e negative ai più (rabbia, paura, invidia, rancore, rimorso, rimpianto, dolore, sofferenza, odio, frustrazione, perdita, abbandono, accettazione, senso di colpa, senso di vuoto ecc.) starci dentro, ascoltarle e lasciare che lacerino la vecchia pelle per permetterci di mutare e trasformarci, è un lavoro continuo di raffinamento dell'anima. Lei ci chiede di essere integre/i, autentiche/ci e fedeli a noi stesse/i e alla nostra verità, di fare delle scelte, anche se sembrano dolorose e scomode, di navigare le maree del cambiamento, di ravanare nella nostra melma personale, per ripulirci e fare spazio. È un cammino che richiede una certa dose di onestà, coraggio, fiducia e abbandono, coscienti che nulla ha realmente termine, ogni fine è semplicemente un nuovo inizio e che la Dea Oscura è in realtà la Custode della Luce e della Vita, anche se il Suo buio accende in noi la paura dell'ignoto.
La Dea Oscura è una Grande Iniziatrice se abbiamo il coraggio e la determinazione guardare dentro al Suo buio, perché è lì che troviamo le radici delle nostre Ombre, delle parti di noi che non ci piacciono, o che non comprendiamo, e che non ammetteremmo mai di possedere alla luce del giorno.
Ma per lavorare con Lei è anche necessario aver avuto contatto reale e diretto con la morte fisica, aver attraversato il lutto, la perdita, la crisi, la rottura, il caos e la disperazione, perché è solo in quel momento che si può cogliere la sua vera natura iniziatica. È importante sporcarsi le mani, imparare a guardare e ad accettare anche la crudezza della vita, che non è solo rose e fiori, anzi. Il contatto con la morte implica anche il contatto con la malattia, il deperimento del corpo, la decomposizione, l'odore e le lacrime, ma la morte rappresenta anche una grande opportunità di guarigione e crescita, di espressione di affetto, cura, amore e riconoscenza. Accompagnare qualcuno che si prepara ad attraversare quella Soglia è qualcosa di estremamente sacro, un dono prezioso e anche un'occasione per sistemare le cose, per appianare divergenze e conflitti prima della separazione, in modo da non lasciare nulla in sospeso, sia per chi va, sia per chi resta, permettendo così di affrontare il distacco con maggiore serenità. La malattia e la morte ci mantengono centrate/i su ciò che è davvero importante e che ha valore nella vita.
Innamorarsi del volto oscuro della Dea significa innamorarsi di se stesse/i e della Natura, nella sua vastità e complessità. L'Oscurità è multisfaccettata come la Luce, è un diamante nero, ricco di riflessi, tutto da esplorare.
Ho scritto anche un altro post sulla Dea Oscura, se volete leggerlo lo trovate qui La Madre Oscura
- Alma Nimue -
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