Camminare nella nebbia


💨Si avvicina la soglia di Samhain, il momento dell'Alba Oscura, la nebbia intorno a me si fa sempre più densa, i suoni attutiti, la vista è occultata, è quindi necessario acuire gli altri sensi, ma la nebbia confonde anche quelli e la percezione dello spazio-tempo scompare. Vedo delle ombre indistinte intorno a me, dei suoni e delle voci che non riesco ad identificare, sotto di me la terra, intrisa di acqua, ad ogni passo diventa sempre più instabile, sempre più melmosa e fangosa...so che mi sto addentrando nella palude, il luogo oscuro e pericoloso in cui incontrerò la Strega.  
La nebbia è un passaggio interdimensionale che può condurci nell'Oltremondo,  da essa impariamo l'arte dell'attesa e della pazienza, ci obbliga a procedere con cautela, guardandoci dentro. Nella nebbia incontriamo noi stesse/i e le nostre Ombre, sperimentiamo l'isolamento e la paura, il perdersi necessario per ritrovare poi la strada giusta e la nostra vera essenza. La nebbia è utile anche per calmare la mente e meditare profondamente, per accedere ad uno stato di trance più o meno intenso in cui ricevere visioni o epifanie, ma a volte è necessario superare prima la membrana della paura per poter usare la nebbia in questo modo. 
Allora non mi resta che fermarmi. Avvolta dalla fitta nebbia mi domando se sono pronta ad affrontare le mie Ombre. Cosa sto cercando di nascondere a me stessa? Sono pronta a sollevare quel tappeto per lasciar uscire ciò che è occultato, ma che necessita di essere visto per guarire?


💨Ma cos'è la nebbia?
La nebbia è acqua allo stato gassoso, quindi una danza di aria e acqua, è un fenomeno meteorologico dovuto alla condensazione del vapore acqueo in prossimità del suolo. Durante la condensazione, molecole di vapore acqueo si uniscono a formare minuscole goccioline di acqua che rimangono sospese in aria. Il termine nebbia si applica quando la visibilità è inferiore a 1 km. Con visibilità compresa tra 50 e 200 metri si parla di nebbia spessa, tra 30 e 50 metri di nebbia fitta, sotto i 30 metri di nebbia densa. Se invece la visibilità è maggiore allora si parla di foschia.
La nebbia può formarsi in diversi modi:
- Per irraggiamento. Si forma generalmente dopo il tramonto, dopo che il suolo ha ceduto calore allo spazio tramite irraggiamento, raffreddandosi, assorbe calore dall’aria più a contatto con la superficie (generando inversione termica). La temperatura degli strati d’aria prossimi al terreno si abbassa sino a raggiungere la temperatura di rugiada permettendo la condensazione di goccioline di acqua liquida. La nebbia da irraggiamento è tipica delle notti con cielo sereno e vento poco intenso.
- Da avvezione. Si forma quando l’aria umida passa per avvezione, movimento orizzontale dei flussi d’aria, sopra il terreno freddo e viene così raffreddata. Questo fenomeno è frequente sul mare quando l’aria tropicale incontra ad alte latitudini acqua più fredda. È anche comune il caso in cui un fronte tiepido passi sopra un’area abbondantemente innevata. È comune quando c’è molta differenza tra le temperature diurne e notturne, si dissolve non appena il sole, al mattino, comincia a scaldare l’aria.
- Da umidificazione. E' la forma più localizzata ed è creata dall’aria fredda che passa sull’acqua molto più calda. Il vapore acqueo entra velocemente nell’atmosfera tramite evaporazione e la condensazione ha luogo quando il vapore acqueo raggiunge la saturazione. La nebbia da umidificazione è frequente nelle regioni polari, e intorno ai laghi più grandi e più profondi nel tardo autunno e all’inizio dell’inverno, spesso causa nebbia ghiacciata o talvolta brina.
Esiste anche la nebbia:
- congelatasi che si verifica quando le goccioline di nebbia si trovano allo stato liquido (condizione detta di sopraffusione) nonostante la temperatura dell’aria sia inferiore a 0 °C; quando vengono a contatto con una superficie, formano depositi di ghiaccio chiamati galaverna, calabrosa o ghiaccio chiaro. Ciò è frequente sulla cima di quelle montagne che sono esposte a un debole vento. È quindi equivalente alla pioggia congelantesi, che provoca il gelicidio; 
- ghiacciata o velata, tipica delle zone glaciali. In questo tipo di nebbia le goccioline si sono congelate a mezz’aria in minuscoli cristalli di ghiaccio. Generalmente ciò richiede temperature ben al di sotto del punto di congelamento (solitamente inferiori a −30 °C, nonostante si possa avere sopraffusione fino a −40 °C) e quindi questo tipo di nebbia è comune solo nell’area e nei dintorni delle regioni artiche e antartiche. Una precipitazione di aghi di ghiaccio simile alla nebbia ghiacciata, ma che si verifica con cielo sereno e non provoca diminuzione di visibilità, si chiama polvere di diamanti.

-Alma Nimue-

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