Esplorando l'Ombra e la Luce della Palude

 
Stamattina mi sono svegliata con l'immagine di Atreyu e Artax nella Palude della Tristezza e mi sono detta che non poteva arrivare in un momento migliore. Era da un po' che volevo scrivere qualcosa sulla palude, che a livello simbolico è un calderone immenso di senso e profondità, ma mi mancava ancora un pezzo e questa scena, decisamente traumatica, mi ha acceso una fiamma, o forse un fuoco fatuo, nella mente. 
Percorrendo la Via delle Acque, mi sono trovata ad affrontare in questo periodo le nebbie che separano i Mondi e le acque di paludi, torbiere e acquitrini, luoghi fortemente liminali, ambivalenti e legati al concetto di morte. E' come se camminando lungo le placide acque del lago fossi stata avvolta improvvisamente da un manto di fitta nebbia che disorientandomi ha condotto i miei piedi sul terreno melmoso della palude. Ora avanzo, con cautela, lentamente e ogni passo risulta pesante e instabile. La nebbia inizia a diradarsi, ma lo spettacolo di fronte ai miei occhi sembra inquietante.

💙Ma cos'è la palude? La palude è una zona umida, composta da terreno coperto e intriso di acqua stagnante, caratterizzata dallo sviluppo di una particolare vegetazione e fauna che si è adattata all'elevata umidità ambientale. Esistono paludi d'acqua dolce o salata, a seconda che esse si formino vicino ai laghi e ai fiumi o nelle vicinanze delle pianure costiere. Quando la palude è originata dall'accumulo di acqua di piena in zone basse, prende il nome di lama, mentre quando questa zona bassa si trova tra l'argine ed il corso naturale del fiume si parla di golena. La palude si origina grazie alla mancanza di un normale deflusso delle acque dove esse vengono raccolte in una piana, oppure attraverso la falda sotterranea nell'area interessata, o quando un lago si prosciuga.
Lo stagno, o acquitrino, è uno specchio d'acqua ferma e stagnante, poco profonda e di dimensioni ridotte. La formazione di uno stagno necessita in generale di un'alimentazione (corsi d'acqua o canali immissari) e di un fondale abbastanza impermeabile. Differisce dalla palude per la modalità di formazione (non deriva dall'inondazione fluviale o marina di aree pianeggianti) e per la minor presenza di limo. Può essere naturale o artificiale (in tal caso è chiuso da una diga) e può costituire un tipico ambiente di vita per piccoli animali e piante acquatiche, come la canna, il papiro o le ninfee.
Nelle regioni più fredde, come la tundra e nei prati alpini, si formano torbiere, cioè piccoli specchi d'acqua ferma e poco ossigenata, alimentate da acqua piovana. Queste torbiere sono popolate da piante che, quando muoiono, si decompongono.


💫Le paludi sono da sempre ammantate da un'aura di mistero e ambiguità. Sono luoghi oscuri, dove apparentemente tutto ci parla di morte, ad iniziare dall'odore forte prodotto dalla materia organica in decomposizione e dai gas che si liberano nell'aria. Le acque sporche e melmose, ma anche l'instabilità del suolo provocano nell'animo umano un senso di insicurezza costante e di paura atavica dell'ignoto, di ciò che non è visibile e che quindi sfugge al controllo. In molte zone paludose vivono e si nascondono effettivamente animali e insetti che spesso popolano i nostri incubi, come rettili, anfibi, topi e pipistrelli, alcuni dei quali possono risultare pericolosi, come nel caso degli alligatori e dei coccodrilli, a volte sono velenosi, come serpenti e ragni, altre volte sono portatori di malattie, come le zanzare che trasmettono la malaria. In quasi tutte le culture del mondo le credenze che ruotano intorno a questi luoghi parlano di anime perdute e inquiete che vagano silenzione, di fantasmi e di streghe, di entità pronte a tendere tranelli e a condurre alla morte, di spiriti pericolosi che portano malattie, che spingono il malcapitato o la malcapitata a perdersi, a confondersi e anche a dimenticare o a struggersi di dolore e tristezza. Complice forse anche il fenomeno dei fuochi fatui, ossia fiammelle prodotte dai gas (principalmente idrogeno e fosforo) emessi da materie organiche in decomposizione a contatto con l'aria, la fama della palude come luogo spettrale è innegabile. I fuochi fatui si manifestavano una volta anche nei cimiteri, quando le bare non erano ricoperte di zinco, per questo erano ritenuti manifestazione delle anime dei defunti. Per questi motivi, le acque palustri venivano utilizzate per maledire, per nascondere e occultare, ma anche per lavorare con gli Antenati e con le anime dei morti. La palude è a tutti gli effetti un cimitero naturale, è una zona di confine, dove le dimensioni si toccano e si compenetrano, dove il Velo è più sottile ed è possibile entrare in contatto con entità dell'Altromondo. A livello simbolico la palude può essere il luogo in cui poter ritrovare parti di noi abbandonate o rubate, in cui recuperare frammenti di ciò che eravamo, pezzi di memorie perdute che necessitano di essere ricordate e in cui poter incontrare e affrontare le nostre ombre più nere e spaventose. Allo stesso modo la palude può essere il luogo in cui lasciar andare e in cui permettere a parti di noi di morire. 

La palude ha anche un volto luminoso, è un luogo ricco di vita che si rinnova, di vegetazione e di stupende creature brulicanti, basti pensare ai fiori e alle piante palustri, come le ninfee, oppure ai meravigliosi uccelli acquatici e migratori, come gli aironi, i fenicotteri, le anatre, le cicogne, le folaghe, le pavoncelle e molti altri. Da sempre l'essere umano ha bonificato e prosciugato enormi aree paludose e acquitrinose per far spazio a zone abitabili e coltivabili, oltre che per questioni di salute, ma così facendo stiamo perdendo una grandissima risorsa ambientale. La particolarità e la ricchezza di questi ambienti umidi li rende preziosi, forniscono infatti servizi ecosistemici essenziali, come la regolazione dei flussi idrologici, la depurazione delle acque, il controllo dell’erosione del suolo, la mitigazione dei cambiamenti climatici (attraverso l’assorbimento della CO2  presente nell’atmosfera), la tutela della biodiversità. Sono inoltre ambienti accessibili, ideali per attività di educazione ambientale e turismo naturalistico, che contribuiscono a promuovere rispetto e amore per la natura. 

Qui potete leggere un interessante articolo sul perché le zone umide vanno tutelate per il benessere del pianeta e quindi anche del nostro 👉 Ecosistemi da proteggere insieme

La palude è quindi a tutti gli effetti come un grande calderone caotico di energia e materia fermentativa, espressione massima di rigenerazione, luogo in cui la morte e la decomposizione vengono trasformate in nutrimento e nuova vita, è un luogo di trasformazione alchemica, un luogo che può insegnarci l'accettazione dei cicli della vita e a cogliere la bellezza che si cela anche nei processi di stagnazione, morte e distruzione, riconoscendone l'essenzialità per la prosecuzione della vita e della sua evoluzione. Nulla finisce, ma tutto si trasforma, nulla scompare, ma tutto cambia forma e scopo. Stagnare è importante tanto quanto fluire, il punto di equilibrio è nel mezzo, per tornare limpidi è necessario immergere prima le mani nella nostra melma. L'acqua torbida può farci da specchio per un profondo lavoro di analisi, scoperta, integrazione e pulizia, quindi di guarigione, ma per farlo è necessario davvero affrontare tutte le emozioni dense e "scomode" che nascondiamo in quella melma. Una volta entrate/i nella nostra palude non si può più tornare indietro, come Atreyu e Artax nella Palude della Tristezza, possiamo solo scegliere come proseguire. 

💜La Storia Infinita è un romanzo meraviglioso, un testo iniziatico e fortemente simbolico, che può essere letto in molti modi e su più livelli, ma è sul passaggio nelle Paludi della Tristezza che voglio concentrarmi provando a dare una mia interpretazione. Si tratta di un momento molto importante nel viaggio di ricerca di Atreyu, perché qui si trova ad affrontare la morte, la disperazione e il dolore. E' un passaggio del libro che ci parla chiaramente dell'importanza del vivere pienamente le emozioni per poterle trasformare in forza. Per trovare le verità più profonde che stiamo cercando dobbiamo passare attraverso le zone paludose del nostro animo, è un passaggio obbligato, che anche Atreyu non ha potuto evitare. Questa palude rappresenta i momenti più difficili della vita, quelli in cui ci sentiamo sprofondare e siamo tentati di abbandonarci alla tristezza, al dolore e allo struggimento, quei momenti in cui ci sentiamo sopraffatti e arranchiamo a fatica. Quando sembra non esserci più speranza ecco che accade qualcosa, nella palude avviene una morte. Può essere parte della nostra innocente fanciullezza, come sembra rappresentare il candido cavallo bianco di Atreyu, Artax. Può essere il dolore di una separazione, di un amore che finisce, di un lutto. Una parte di noi muore e c’è tutta la dignità, il bisogno e il diritto di piangere questa perdita. A questo punto il dolore colpisce e trasforma. Atreyu vive il dolore, ma non si lascia andare alla sofferenza che avrebbe potuto farlo annegare insieme ad Artax. Vivere la tristezza e abbandonarsi ad essa sono due cose diverse. Questo episodio ci insegna quanto sia importante lasciarci pervadere dalle lacrime e vivere il dolore (o altre emozioni) con ogni nostra cellula, disperiamoci se è necessario, se è quello che sentiamo, accogliendo tutto il dolore che c’è, solo allora sarà possibile trasformarlo. E' fondamentale restituire dignità e potere anche alle cosiddette “emozioni difficili” e al loro ruolo essenziale alla vita. Quando un’emozione ci attraversa e scorre lascia un senso di vuoto, come di aria pulita dopo la pioggia, se invece la neghiamo, la giudichiamo o cerchiamo di ridurla ecco che può trasformarsi essa stessa nella palude in cui rischiamo di affondare. La forza d’animo emerge esattamente lì, dove la fragilità viene a farsi più grande. Una parte muore  affinché un’altra possa conoscere il coraggio con cui farsi avanti nella vita. 

E ora, attraversando la palude mi chiedo:
💥Qual è il mio veleno? Come posso trasformarlo in cura?
💥Cosa ha bisogno di decantare nel silenzio e nella stagnazione per fermentare e rigenerarsi? 
💥Cosa invece ha bisogno di tornare a fluire, perché sta imputridendo ammalando il mio animo? 
💥Quale parte di me deve morire e quale devo recuperare?

💧Alma Nimue💧

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